Quest'anno, nonostante tutto il gran trambusto che abbiamo vissuto, siamo riusciti a fare comunque ( e per fortuna) una settimana di vacanza.
Anna inizia ad essere un pò più grande e i tre anni sono davvero una naturale svolta di crescita in termini di autonomia, consapevolezza e libertà, di conseguenza abbiamo osato fare un piccolo viaggio, scostandoci dalle nostre (seppure amate) coste venete alla ricerca di qualcosa di nuovo.
La nostra curiosità si è posata sulla meravigliosa Isola d'Elba, che in una primavera di 6 anni fa ci aveva ospitato fugacemente durante un breve viaggio organizzato e che ci aveva conquistato con i suoi paesaggi e colori. E devo dire che ha soddisfatto a pieno le nostre aspettative.

Abbiamo affittato un appartamento nella zona di Marina di Campo che dava la possibilità di noleggiare delle biciclette e, muniti di una buona guida cartacea, abbiamo girato alla ricerca delle spiagge migliori. Certo non tutte raggiungibili in bici (anche perchè non è di certo pianeggiante l'isola), ma abbiamo cercato di mantenere un'impronta leggera, un pò come vogliamo fare nella nostra vita di sempre!
Alla mattina, nella fantastica veranda del nostro piccolo monolocale, mentre si faceva colazione, sceglievamo la nostra meta, raccoglievamo asciugamani e giochini da spiaggia e partivamo.
Il mare è splendido. Cristallino e trasparente, ho incrociato tutte le tonalità dell'azzurro possibile. La macchia mediterranea che ricopre l'isola è mozzafiato, i colori dei fiori e del verde sono una cornice perfetta del paesaggio fatto di piccoli borghi e comunità tranquille.

La serenità che ho respirato di fronte al mare che incessante produceva le sue onde, con il suo profumo e il suo rumore, mi è rimasta nel cuore... fissata tra i colori dei ricordi che quest'isola ha marchiato dentro di me.

Mi ha portata lontano questo viaggio, ha districato un pò i miei pensieri lunghi e attorcigliati, ho ritrovato un pò di pace e di riconciliazione con quel qualcosa che non è solo il proprio io, ma l'universo intero del quale noi non siamo che una millionesima parte. Mi ha ridato la dimensione della relatività del mio essere, la continuità dello scorrere incessante degli eventi del quale molto spesso non abbiamo il controllo. Mi ha restituito un pò di fiducia e colore vivo, mi ha ridato il contatto con chi è qui con me ora, la mia bambina e il mio compagno di vita, che non hanno mai smesso di essere al mio fianco e allargare e tendere le loro braccia a me.
Forse con questo viaggio ho iniziato a risalire lentamente dal fondo di dolore e buio in cui ero finita. La strada è lunga, e piena di piccole ricadute, ma non devo mollare, so di non essere sola...