domenica 12 febbraio 2012

Si cammina!

Ecco la bellissima novità di questo week end... la mia pupetta cammina!
A 11 mesi e 1 settimana esatta, non senza qualche titubanza, ha iniziato a muovere i suoi primi passi in autonomia, traballattante e con le mani alla ricerca di appigli... ogni tanto un tonfo a terra col sedere e si riparte, alla fine, quand'è stanca, ritorna a gattonare sicura.
Che forte!
Neppure un dente ma tanta tanta voglia di autonomia!
Che bello dare fiducia ai nostri bambini, loro ci stupiscono con le loro conquiste, con i loro progressi, è incredibile quante competenze siano in grado di sviluppare in così poco tempo!
Anna e gli spaghetti al pomodoro
Per esempio, da qualche giorno non ci pensa proprio di accettare di essere imboccata...vuole arrangiarsi.
Pazienza se dal piatto alla bocca si perda metà del mangiare per strada, pazienza se il pavimento, i vestiti, il viso, i capelli... tutto diventa un campo di battaglia: la signorina vuole arrangiarsi.
Ma da chi avrà preso questa tenacia?!?!
Mah...sembra un bel mix fra me e Davide!



Anna e un biscotto integrale inzuppato nella sua spremuta d'arancia... bah!
Ognuno ha i suoi gusti!



Il resto del week end è stato bello, il sabato è stato laborioso ma rilassante, culminato con una fantastica pizza napoletana secondo la ricetta trovata nel sito della Comunità del cibo della Pasta Madre; oggi, finalmente, dopo una settimana a casa per via dei continui malanni siamo usciti per un pranzo dai miei e stamattina ho cotto le mie brioches preparate ieri sera mentre fuori nevicava.

Anna e la sua prima neve

Interno della mia super pizza napoletana con lievito madre

Colazione all'italinana della mia famiglia con le brioches appena sfornate

Nella semplicità delle cose più piccole siamo in grado di trovare le gioie più grandi.
Domani si riprende con una nuova settimana.
Che sia gioiosa per tutti voi.

venerdì 10 febbraio 2012

Yogurt fatto in casa

Ormai da anni io ho consolidato quest'abitudine e con estrema semplicità ho sempre disponibile dello yogurt fresco e naturale, biologico, senza nessun additivo aggiunto,senza zuccheri e che posso aromatizzare a mio piacimento con ingredienti di cui conosco l'origine e la freschezza.

Dopo vari tentativi (latte fresco intero, parzialmente scremato, latte a lunga conservazione) ho "perfezionato" così il mio procedimento.
Prendere 1 litro di  latte intero a lunga conservazione biologico e scaldarlo in un pentolino portandolo a circa 40° (consiglio un termometro da cucina, non costano esageratamente, io con circa 8 euro l'ho acquistato e per i miei usi funziona benissimo). A questo punto, solo per la vostra prima autoproduzione, aggiungete un vasetto di yogurt bianco intero biologico.
Mescolate con cura e travasate tutto in un thermos.
Lasciate a riposo senza spostare per circa 36 ore.
Trascorso questo periodo travasate il vostro yogurt o in vasetti di vetro sterilizzati (vanno benissimo i vasetti di vetro riciclati) o in un contenitore più grande ermetico, a seconda del ritmo di consumo.
Se viene consumato entro una settimana si può lasciare in un unico barattolo, altrimenti è preferibile metterlo in vasetti singoli così potrà conservarsi fino a 3 settimane.
L'unica accortezza è conservarne circa 100 ml per la prossima autoproduzione.
Si può mangiare cosi, è buonissimo, oppure aggiungendoci frutta fresca, possibilmente di stagione, a pezzi oppure frullata dopo averla cotta a vapore. Si può aromatizzare con un cucchiaino di caffè in polvere  e malto d'orzo o con scagliette di cioccolata fondente. Ottimo anche con un cucchiaino di marmellata biologica senza zuccheri aggiunti di vostro gusto.
Spesso, per fretta, ci aggiungo un goccino di succo concentrato di mele, ottimo dolcificante.
La mia Anna ne va ghiotta.
Io me lo porto sempre in ufficio come merenda durante la mattina. Attorno al mio yogurt c'è sempre tanta curiosità.


E' così semplice da fare che ci ho messo molto di più a scrivere il post.
Non ci sono più gli odiosi vasetti di plastica che poi vanno gettati e inquinano.
Si risparmia tanta CO2, niente camion che portano il latte nello stabilimento per la lavorazione, che trasportano gli yogurt ai grossisti, che lo smistano ai negozi  per poi arrivare a casa nostra. 
Facile, economico e ecologico. Non è fantastico?!?!?! 
Anna e il suo yogurt alla banana... in pieno autosvezzamento (e auto-sbrodolamento!)

giovedì 9 febbraio 2012

Accudimento dei figli e riflessioni sui pregiudizi culturali

Come mi infastidiscono i luoghi comuni! Soprattutto quelli sull'accudimento dei figli, mi chiedo perché le persone, quando si parla di bimbi piccoli, si sentano sempre in dovere di dispensare consigli non richiesti e quasi mai graditi.

Quante stupidaggini si affermano in merito a quest'argomento!

Mi è capitato, proprio nei giorni scorsi, di avere un confronto con una persona con cui tra l'altro non ho neppure una grande confidenza, quand'ha saputo che sto ancora allattando (p.s.= la mia bimba ha solo 11 mesi!)… APRITI CIELO!

Secondo lui mi ritroverei una bimba viziata, sempre attaccata e dipendente da me, io sarei schiava di questa cosa ed esaurita perché "sfinita" dall'allattamento. Il discorso è poi scivolato sull'assurda conclusione che allatto per volere mio, per una sorta di morbosità secondo la quale non voglio far crescere mia figlia… ALLUCINANTE.

Io, che sono una persona diplomatica e non arrivo quasi mai allo scontro, mi sono limitata a citare le linee guida dell'OMS, dei pediatri, del personale ospedaliero… niente da fare, tutto inutile, lui era convintissimo della sua posizione, inamovibile perché i suoi figli a 7 mesi sono stati svezzati del tutto e passati al latte vaccino… mi ha consigliato delle belle pastasciutte per la mia cucciola (come se non si sbarbasse pure quelle!).

Io, basita dalla situazione, mi sono dovuta ascoltare che queste povere creature sono state lasciate piangere di notte perché altrimenti "non ci si libera più" e bisogna dormire… che i figli vanno "educati fin da subito".

AH PERO'.
EDUCATI.

Chissà cosa penserebbe se sapesse che la mia cucciola è in un lettino attaccato al nostro, a metà notte la allatto ancora a richiesta (non si calma con il ciuccio, ha proprio bisogno di mangiare ed essere coccolata da me) e se è ammalata passiamo la notte tutti e tre accoccolati nella speranza di aiutarla a superare il malessere.

Chissà cosa penserebbe della bravissima Alessandra Bortolotti, psicologa perinatale e autrice del bellissimo libro "E se poi prende il vizio?" edito da Leone Verde, in cui si spiega molto bene, con tanto di riferimenti bibliografici autorevoli, la necessità che hanno i cuccioli, anche quelli di uomo, di poppare e di essere coccolati, di dormire con i genitori.

I bambini di tutto il mondo, fatta esclusione per la cultura occidentale, sono cresciuti seguendo la natura, assecondando l'istinto materno (che non sbaglia mai e appaga e gratifica) e restando ben attaccati ai genitori, in particolare alla figura materna, soprattutto nei primi anni di vita, non delegando ad altri l'esclusività di questo rapporto.

Quanto più il bambino è assecondato nelle sue esigenze primarie e fondamentali (mangiare/bere, dormire ed essere coccolato, "contenuto" in un abbraccio che cerchi di riprodurre la sensazione uterina di avvolgimento), tanto più crescerà sereno, fiducioso, e indipendente, consapevole che la sua famiglia è sempre un porto fisso su cui approdare.
 

Via i preconcetti, ognuno deve essere libero di crescere i propri figli come preferisce a seconda della propria inclinazione, delle proprie idee e del bambino che stringe tra le braccia. Non esiste una regola uguale per tutti, non esistono teorie ed esperti che possano decidere per la madre e per il suo istinto!
E' ora di liberarsi di un certo tipo di cultura che promuove il “basso contatto con i bambini”, cultura serva del mercato e del marketing che crea falsi bisogni, che "adultizza" i bambini, generando l'idea di autonomia precoce, facendo passare il messaggio che si può "vivere nonostante i figli"e non "con i figli".
I figli insegnano l'amore, quello vero, assoluto, è bellissimo stare con loro e vivere di loro, godiamoci questa risorsa amandoli secondo natura e senza condizionamenti.


domenica 5 febbraio 2012

Giornata della Vita, complemese e crostatina integrale

Oggi è la giornata della Vita.
Da qualche anno io e Davide amiamo particolarmente soffermarci a riflettere sul significato carico di emozioni che questo giorno porta con sè.
Generalmente partecipiamo ad una Messa di frati in un convento qua vicino che benedisce le Mamme. Ci siamo andati quando per mesi abbiamo cercato un bimbo, quando la ferita della perdita del nostro primo figlio bruciava ancora infinitamente, siamo andati l'anno scorso a benedire il mio pancione e quest'anno siamo rimasti nella nostra comunità dove venivano benedetti i bambini battezzati nel 2011 e consegnato loro un ricordo di quel bellissimo giorno.
Ogni giorno dovrebbe essere la Giornata della Vita. Ogni giorno un sorriso, un abbraccio, una preghiera, un pensiero per ricordarci che dono immenso sia vivere. La nostra vita sa essere davvero ricca e profonda se sappiamo soffermarci sulla bellezza della natura, sulla semplicità delle piccole cose, sui sussulti del cuore quando siamo con le persone che amiamo. La nostra vita può essere ricca di sorrisi e abbracci, di parole dolci e di serenità solo se noi abbiamo il cuore pronto ad accettarli, solo se il nostro animo è disposto a donare prima ancora di ricevere.

In questo giorno importante, non posso non ricordare con ancora più intensità, quel figlio che è rimasto con me solo 3 mesi, quel piccolo cuoricino che di punto in bianco ha smesso di battere per tornarsene tra gli angeli. Mi manca terribilmente ogni giorno, non c'è notte che passi senza un pensiero, una preghiera, nel guardare Anna penso a chi ora la sta proteggendo dall'alto. Un bambino che mi ha dato tanto senza neppure averlo avuto tra le braccia, un bambino che mi ha cambiata profondamente e che se n'è andato portandosi via per sempre un pezzo di me, di noi, di vita. Un bambino che mi fa ringraziare il Cielo ancora di più per aver avuto la grazia di essere diventata mamma fino in fondo di Anna.
Il mio primo bimbo.

E oggi è il complemese di Anna.... che coincidenza... 11 meravigliosi mesi in sua compagnia, tra le mie braccia, tra il mio latte, tra le nostre coccole. 11 mesi di scoperte, di emozioni, di lacrime d'amore e di gioia, 11 mesi di tenerezza.

E allora, nonostante i malanni di stagione che qui non danno tregua, mi sono messa all'opera con qualcosa di dolce per festeggiare.... e ho sfornato un'ottima crostata integrale, non molto dolce, perfetta per la colazione o la merenda.

Per una teglia quadrata piccola (io avevo una pirofila) ho usato queste dosi(se si vuole usare una tortiera di dimensioni normali raddoppiare tutto):
  • 110 gr di farina integrale bio
  • 50 gr di burro bio ammorbidito
  • 25 gr di zucchero integrale di canna
  • un pizzico di sale
  • un pizzico di bicarbonato
  • 1 uovo bio
  • marmellata bio senza zucchero (ho finito la mia marmellata di pesche autoprodotta e allora ho usato quella di fragole presa alla coop, ma va bene qualsiasi tipo di frutta, ci vedrei bene le prugne, i fichi, le ciliegie).

Unire tutti gli ingredienti e mescolare dapprima con un cucchiaio di legno, poi con le mani in modo veloce. Mettere a riposare in frigo la pallina di frolla, ricoperta con un tovagliolo. Dopo circa mezz'ora riprendere la pasta frolla, divederla in due parti, una deve essere il doppio dell'altra.
Accendere il forno a 180 gradi, nel frattempo, con un mattarello stendere tra due fogli di carta forno il pezzo più grande di pasta frolla e adagiarlo nel fondo della pirofila/tortiera.
Bucherellare il fondo della torta con i rebbi di una forchetta e farcire con uno strato di marmellata.
Stendere con il mattarello anche la restante pasta frolla e tagliare delle listarelle che serviranno per decorare la tortina.
Spennellare la frolla con acqua e infornare per circa 25 minuti.
Questo è il risultato!
Crostatina tagliata a cubotti pronta per la prova assaggio

Prova assaggiatrice.... GRADITA!
Gradito da tutti, anche dalla mia rospetta!

Poi noi abbiamo passato il pomeriggio a giocare, divertirci e coccolarci, finchè verso sera non ha fatto capolino un pò di febbre.. speriamo passi in fretta... e la vostra domenica com'è andata?
I miei amori giocano insieme

Abbraccione prima della nanna del pomeriggio!

Mamma arrivoooo!!!!!

giovedì 2 febbraio 2012

Pane pane pane e pane!

Chi ama cucinare sa quanta soddisfazione ci sia dietro la realizzazione di un buon pane.
Io da anni lo faccio, ma avevo sempre utilizzato lieviti di birra.
Da un paio di mesi circa, da quando la mia amica Daria mi ha donato un pezzo della sua pasta madre, mi cimento a realizzarlo in modo del tutto naturale.
Il nostro preferito ultimamente è quello di Kamut e dopo diversi tentativi sui formati alla fine ci siamo indirizzati sulla pagnottona grande.

Per una pagnotta da poco più di un kilo di pane prendo la mia pasta madre alla sera e la rinfresco come al solito, sciogliendola in 120 ml di acqua tiepida e aggiungendo 230-240 gr di farina biologica (tipo 1,2 o 0).
Alla mattina riprendo la mia pasta madre che nel frattempo è raddoppiata e ne conservo il solito pugno per la prossima volta.
La restante la mescolo bene con 250 ml di acqua tiepida e 50 ml di latte bio tiepido, aggiungo un cucchiaino di malto d'orzo, un cucchiaio di olio evo, 2 cucchiaini colmi di sale fino e circa 550 gr di farina. Io miscelo quella di kamut con quella di frumento tipo 0, per la precisione 400 gr di Kamut e 150 gr di frumento. Se ho della manitoba la sostituisco a quella 0, l'importante è che sia una manitoba biologica, al supermercato ce ne sono alcune addizionate con lieviti e conservanti e proprio non ne vale la pena di rovinare una cosa così buona.
Mescolo tutto per bene, fino ad ottenere una palla liscia ed elastica.
La lavoro a pieghe, ovvero cerco di "stenderla" a quadrato con le mani, piego il lembo di destra verso sinistra e poi quello di sinistra verso destra, andando a coprire anche la piega appena effettuata.
Poi giro la mia forma di 90 gradi e ripeto l'operazione.
Mi ritrovo cosi una bella pagnotta tondeggiante e ben piegata su se stessa, la incido con un coltello a croce o strisce o ci formo una gratella tipo pane tartaruga, a seconda dell'estro del momento.
Sia il tipo di piegatura che le incisioni favoriscono la lievitazione, la piegatura favorisce l'alveolatura del pane, i tagli aiutano i batteri del lievito ad incorporare l'aria.
Lascio lievitare cosi la mia pagnotta per 5-6 ore, in forno spento, leggermente tiepido (lascio la luce accesa del forno per una mezz'ora circa).
In questo periodo il volume del pane aumenta tantissimo, diventa il doppio o più, accendo il forno a 230-240 gradi e ci metto un pentolino di acqua. Quand'è in temperatura inforno il pane per 10 minuti e poi abbasso a 210 gradi e continuo la cottura per una trentina di minuti circa.
Il pentolino con l'acqua mantiene umida l'aria del forno e fa formare al pane una bella crosta.
Quand'è cotto, lo sforno, lo metto a raffreddare su una grata per un quarto d'ora e poi lo avvolfo in uno strofinaccio.
Il pane col lievito madre si conserva molto bene 4-5 giorni, rimane morbido e non serve neppure scaldarlo! Il problema a casa mia è farlo durare per 5 giorni!!!! Di solito finisce molto prima!



Vorrei potervi postare il profumino delizioso che si sprigiona quando lo cucino o gli occhi felici di mia figlia che se ne addenta un pezzo, ma queste sono soddisfazioni che vanno provate di persona e solo con il proprio cuore!
E allora datevi da fare... buon pane a tutti!
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