Ci sono dei giorni in cui dall’Italia vorrei proprio
scappare via.
Di solito non parlo mai di politica in questo blog, fa parte
di una sfera che non considero “pulita” come gli argomenti di cui si parla qui.
Ma che razza di paese è questo che non impara mai dai suoi errori? Come si può votare ancora chi ci ha portato all’orlo della bancarotta, ci ha resi lo zimbello dell’Europa, si è coperto di ridicolo con scandali e comportamenti “inopportuni”, come si fa a r-ivotare chi basa tutta la sua campagna elettorale solo sulla restituzione di una tassa già pagata e che non farà altro che far cadere a picco i comuni già costretti a tagliare ovunque?
Eppure si può.
Si può perché questo personaggio ha avuto la pazienza di creare giorno dopo giorno un popolo che lo votasse.
Si fa perché con tre televisioni e molta stampa tra le sue
mani, ci ha riempito la testa di frivolezze, di stupidità, di luccichini e
tette in bella vista.
Ci ha fatto credere che la cultura possa passare tra le
faccine mutevoli delle sue presentatrici che giorno dopo giorno, tra un gossip
e un pettegolezzo presentano la cronaca vestita da caso umano.
Taglio dopo taglio ha limitato l’accesso al sapere,
biblioteche che chiudono, corsi e serate informative sui vari temi inesistenti,
scuole pubbliche svuotate di ogni bellezza.
E la gente non legge. Si fa prima ad accendere la tv e a
bersi passivamente solo quello che passa di lì.
E intanto il pollo si cuoce a puntino.
Poi arriva lui, buca lo schermo, con un’energia invidiabile
anche alla sottoscritta che ha più di 40 anni in meno; è ovunque. Tutti parlano
di lui e di quel suo disco che incessantemente recita. E la gente si convince,
tutto il resto rimane in ombra, è lui la luce, nel bene e nel male.
L'opposizione punta tutto sulla pacatezza e sull’essere
ascoltata, ma questo ormai è un paese che sente solo gli urli.
Che popolo di pecoroni ignoranti.
Ci copriamo di ridicolo in ogni angolo di mondo e chissà ora
che fine faremo.
Chissà che prospettive ci saranno… che azioni saranno fatte
in favore della famiglia sempre più abbandonata e sola, che politiche di
sostegno alla diversa abilità, agli anziani, al disagio, alla gioventù, al
lavoro femminile, al lavoro punto e basta, alla green economy. Che futuro
abbiamo noi ora?
Noi famiglie, noi giovani, noi anziani, noi lavoratori, noi
figli, noi studenti, noi mamme?
Sono proprio delusa e sconcertata, fatico proprio questa
volta a trovare il lato positivo della cosa.
Vi invito a leggere questa illuminante favola di Rodari, che io ho trovato grazia alla mia amica Daria.
Il funerale della volpe- Gianni Rodari
Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al
sentiero. Aveva gli occhi chiusi. La coda non si muoveva. – E’ morta, è morta –
gridarono le galline. – Facciamole il funerale. Difatti suonarono le campane a
morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al
prato. Fu un bellissimo funerale e i pulcini portarono i fiori. Quando
arrivarono vicino alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le
galline.
La notizia volò di pollaio in pollaio. Ne parlò perfino la
radio ma la volpe non se ne preoccupò. Lasciò passare un po’ di tempo, cambiò
paese e si sdraiò in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi.
Vennero le galline di quel paese e subito gridarono – E’
morta, è morta! Facciamole il funerale!- Suonarono le campane a morto, si
vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco. Fu
un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentiva anche in Francia. Quando
furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutto il
corteo.
La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte
lacrime. Ne parlò anche la televisione
ma la volpe non si prese paura per nulla. Essa sapeva che le galline
hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta.
E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito
la storia.
Gianni Rodari-Il libro degli errori 1964